E’ da un pò che volevo scrivere questo post. Ma il tempo a disposizione con un neonato di 5 mesi è sempre tiranno e questo, è uno di quei periodi in cui decisamente è complesso ma bellissimo vivere al mille per mille ogni cosa e quindi la mia scelta è stata quella di concentrarmi su Nicolò come unica priorità e lasciare che tutto il resto vada un pò come deve andare, senza per forza voler avere il controllo su tutto (decisamente impossibile! E inoltre, devo dire che diventare mamma ti dà oltre a notti insonni, nuova forza e consapevolezza che, almeno nel mio caso, si sta rivelando una fonte di crescita personale importante: della serie che incredibilmente le cose per cui prima mi preoccupavo sono diventate futilità e mi sembrano così piccole che riesco a dormire – bebè permettendo – sonni sereni e i problemi di prima mi sembrano micro paranoie su cui non vale più la pena spendere i preziosi minuti del mio tempo e le mie energie.)

Parentesi esistenziale a parte che meriterebbe un post a sè stante, quello che ci tengo a dire è che (lo scrivo a lettere maiuscole, per urlarlo al Web e ai detrattori): VIAGGIARE CON UN NEONATO SI PUO’!

Durante la mia gravidanza non proprio felice che mi ha impedito di viaggiare e ha ridotto al minimo sforzi e attività fisica il mio pensiero costante (dopo i pensieri su come sarebbe stato il parto, vedere per la prima volta mio figlio, la sua salute, il colore dei suoi occhi, etc…) era interrogarmi su come sarebbe cambiata la mia vita e sopratutto se sarei mai più riuscita a viaggiare con un bebè. Ho iniziato a cercare nel magico mondo online articoli e post di altre viaggiatrici seriali che si erano poste prima di me le stesse domande e la barra di ricerca di Google ormai digitava da sola ‘viaggiare con un neonato’… Devo dire che molte esperienze mi rincuoravano ma mi dicevo che non avrei saputo rispondere a questa domanda finchè non mi ci fossi trovata io, nel vivo di quella situazione. Finchè non avessi conosciuto Nicolò e finchè non avessi quindi capito quali sarebbero stati i nuovi ritmi e le nuove esigenze da neomamma.

Poi c’erano appunto i detrattori. Tutte quelle persone vicine e lontane, conosciute e sconosciute che si permettevano già di boicottare i miei voli pindarici e la mia voglia folle di prenotare gia’ i primi viaggi estivi con il pargolo. Forum di viaggi in cui, invece di trovare quella che dovrebbe essere la mente aperta e flessibile e tollerante di chi per antonomasia ama scoprire nuovi luoghi e nuove culture, spuntavano come funghi commenti impietosi e lanci di pietre alle mamme viaggiatrici che in punta di piedi chiedevano consigli di viaggio (consigli di viaggio, lo ripeto, non consigli se fosse o meno fattibile viaggiare con un neonato…inutile dire che di consigli di viaggio ce n’erano ben pochi ma giudizi del tipo ‘stai a casa che è meglio per il tuo bambino e per tutti noi’ – giuro!!! proprio così – ce n’erano a bizzeffe ed io mi sono demoralizzata nonchè incazzata – diciamolo pure -).

A fine marzo, verso sera, a cavallo tra inverno e primavera e tra il Sole in Pesci e in Ariete è poi arrivato Nicolò. E tutti i dubbi sono spariti. E si sono moltiplicati allo stesso tempo. Dicotomico? Si, ma è stato proprio così. Lì ho capito che avremo potuto essere chi volevamo. Io e lui. Ma che ci sarebbe voluto del tempo. Che avremo dovuto iniziare a conoscerci. Ad annusarci. A capirci. I nostri cuori si sono sentiti nel profondo ma avremo prima dovuto viverci un pò per trovare la giusta sincronia.

I primi 40 giorni, sono stati duri – proprio come tutti dicevano e come le ostetriche al corso preparto ci avevano raccontato – . Ma poi, dopo tante notti insonni e giornate in cui mi sentivo uno zombie, dopo un allattamento che non voleva partire ma io ho insisto il più possibile perchè in qualche modo funzionasse, giorni più bui e altri di felicità assurda, ma sopratutto tanto tanto tanto amore, finalmente abbiamo iniziato a trovare una nostra routine in famiglia. Ad uscire di casa anche per più di qualche ora o la solita passeggiata per prendere aria e la voglia di partire per quei viaggi che avevo programmato durante la gravidanza, senza sapere se poi avremo fatto veramente, si è fatta sentire e ho iniziato di nuovo a dedicare del tempo alla programmazione di un viaggio immaginando come mi sarei organizzata con Nicolò.

Ora, dopo un’estate in cui siamo stati in Puglia, nelle Marche, in Toscana, Umbria, Croazia, Austria, Trentino Alto Adige (chi ci segue su Instragram avrà visto lì le nostre prime avventure in 3!) e un viaggio a lungo raggio per gli States programmato tra due settimane posso dirlo con cognizione di causa: VIAGGIARE CON UN NEONATO SI PUO’.
Certo non è lo stesso frenetico e matto viaggiare di prima (un viaggio al mese, 4 ore di aereo anche solo per 36 ore in un posto, i ritmi serrati per vedere di tutto di più, lo zaino in spalla con due cose buttate dentro a caso ‘tanto mi basta un cambio’). E’ un viaggiare più lento, quasi più bello in realtà, che ci ha fatto riscoprire la capacità di sorprenderci per piccole cose. E’ un viaggiare che segue i ritmi di Nicolo’. Il suo latte, le sue pappe, i suoi riposini. Le sue esigenze, prima di tutto. Un viaggiare che ci è calzato subito addosso e che ci fa da scia nelle nostre nuove scelte di mete da scoprire e sopratutto da vivere in tre.
La prova del nove per noi sarà il viaggio in aereo di fine settembre (quindi direi che urgerà poi un aggiornamento su come sarà andata questa avventura, il Viaggio con la V maiuscola che mi sta emozionando e agitando come se fosse il mio primo viaggio in aereo – ma un pò in effetti sarà proprio così…il primo da mamma, il primo con Nicolo’ in piena fase svezzamento, tra l’altro e con i dentini che iniziano a spuntare: una combo direi ideale per il primo viaggio).
Aggiornamento (ottobre 2019).
Il primo volo aereo di Nicolo’ è andato benissimo ed è stato tutto molto più semplice di come immaginavo. I controlli sono stati veloci e ho potuto constatare che ovunque, viaggiando con un neonato, c’è tantissimo aiuto e disponibilità da parte di tutti. Noi abbiamo volato con Swiss facendo scalo a Zurigo sia all’andata che al ritorno. Abbiamo imbarcato due valigie e l’ovetto dell’auto e portato con noi in cabina il passeggino (yo-yo babyzen cabinabile), la borsa di Nico con un cambio per lui e per noi e il latte liquido per il viaggio. Quest’ultimo ai controlli viene messo in un’apposita valigetta che viene controllata a parte. Io avevo con me sia dei biberon di latte di mamma già pronto sia bottiglie di formulato liquido e non hanno avuto nulla da ridire sia per l’uno che per l’altro in Italia. A Boston i controlli sono stati più accurati e per evitare di aprire le bottiglie di latte ci hanno fatto un’ispezione aggiuntiva comunque veloce.
Per il volo mi ero preparata dei nuovi giochini e pupazzi per Nico da dargli a sorpresa in modo che si perdesse un po’ con la novità e devo dire che la tecnica ha funzionato. In generale tutto per lui e’ stato una novità e quindi, incuriosito da tutto era felice e beato in osservazione. Abbiamo prenotato in anticipo la culletta che non ha utilizzato granché per dormire ma per fare un po’ di work out ed e’ stata comunque comoda per cambiarlo (rispetto al fasciatoio in bagno) e come appoggio aggiuntivo per le sue cose. Tra piccole dormite, pappe, giochi, passeggiate su e giù per l’aereo le 8 ore di volo sono letteralmente volate e dandogli il ciuccio in fase di atterraggio e partenza non ha avuto alcun problema di pressione e quasi mai pianto.
Nel New England tutto è andato stra bene. Lui dormiva un po’ di più di giorno tra jet lag e spostamenti in macchina, ha cambiato un po’ la sua routine e orari di pappe e nanne ma siamo riusciti a gestire tutto senza grossi problemi. Certo non e’ stata una vacanza rilassante ma lo avevamo messo in conto e non era comunque questo il nostro fine ultimo.
In ogni caso, per chi è nella fase di ricerca attiva di suggerimenti su come viaggiare con un neonato, ecco qui alcuni Tips che ritengo possano essere utili e che mettono assieme un pò di dubbi che io stessa mi ponevo quando ero incinta. Se ho dimenticato qualcosa, scrivetemi che vedo di integrare il più possibile.
“Non sei mai stato bambino se non sei saltato a piedi pari dentro una pozzanghera, svegliando le fate che dormivano e facendole saltare in mille gocce di luce fino al cielo.
(Fabrizio Caramagna)”

Il nostro viaggio più bello è iniziato! E’ avere tra le braccia, attaccato al cuore, il nostro bimbo e scoprire il mondo attraverso i suoi occhi: ogni cosa è nuova, grande, meravigliosa. Possibile.
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2 risposte
Complimenti per l’articolo, molto bello ed interessante.
Renato
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