Tutto quello che c’è da sapere prima di partire per il Sud Africa!

Tempo di Lettura: 11 minuti
Lucia Ziliotto

Lucia Ziliotto

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Il Sud Africa è un Paese eccezionale e va assolutamente visitato. Se avete una travel wish list lunga (quasi al pari delle mia), state sicuri che questo è un viaggio che vi ripagherà il cuore e la mente, perché troverete qui tutto quello che si può cercare nel mondo. Tutto concentrato in un unico posto.

Ma Il Sud Africa non è una meta semplice e qui cerco di rispondere ad alcune domande che in molti mi hanno fatto prima della partenza e dopo essere tornati dal nostro viaggio.

Il Sud Africa è pericoloso?

Si, mi viene da rispondere senza troppi filtri. Il Sud Africa è pericoloso. Chi vi dice che è una Paese come molti altri in cui basta comportarsi in modo accorto come ovunque, tranquillizza, ma non dice le cose come stanno.
#sicurezza. C’è un nuovo apartheid: quello tra ricchi e poveri. E se pensiamo che l’8% della popolazione del Sud Africa, rappresentata da bianchi, ha in mano il 90% della ricchezza di questo Paese è naturale comprendere come in realtà il divario razziale sia ancora un tema presente, solo mascherato dietro i concetti di diseguaglianza economica. La disoccupazione è alta e ciò, inevitabilmente, accresce il rischio di tensioni sociali, obbligando la media e alta borghesia a vivere asserragliata nei propri sobborghi, con il filo spinato e i sistemi di sicurezza bene in evidenza (questo è un dato di fatto che mi ha colpito molto nei giorni in cui siamo stati a Cape Town). Di giorno e di notte sembrano cambiare i confini di questi ‘ghetti’ di aggregazione comunitaria. E mentre con la luce del sole la città ha un’aspetto di grande metropoli viva, dopo il tramonto cambia faccia. I ristoranti e i locali sono frequentati quasi unicamente da bianchi benestanti e turisti. Le barriere all’ingresso sono evidenti: in molti ristoranti la porta viene chiusa a chiave (cosa che ho trovato inizialmente sconcertante ma poi mi ha fatto ulteriormente riflettere sulle dicotomie sociali di questa città). Camminare dopo cena è praticamente impensabile. Ci si sposta per lo più in macchina e noi come stranieri, nonostante la nostra reticenza iniziale, siamo sempre stati accompagnati – quasi ‘scortati’ – da un driver del nostro Hotel (pur avendo un nostro mezzo di trasporto ci è stato sconsigliato di usarlo di notte per ragioni di sicurezza). Ai confini delle zone ricche e di quartieri lussuosissimi si estendono per km e km le township: lamiera e baracche ammassate in una continuità che si perdeva allo sguardo.

#safari. Anche fare un Safari comporta i suoi rischi, spesso sottovalutati. Ok, per lo più si è accompagnati e protetti all’interno dei parchi e delle riserve, con personale preparato che cerca di garantire il massimo della sicurezza. Ma si è sempre a contatto con la natura selvaggia e con alcuni degli animali più pericolosi al mondo, cosa di per sè eccezionale e affascinante ma che nasconde un altro lato della medaglia. Noi lo abbiamo vissuto di persona, sulla nostra pelle, ed è stata un’esperienza traumatica e terrificante, conclusasi per fortuna senza conseguenze: io e Paolo siamo stati attaccati da un’ippopotamo, di notte, mentre  a piedi stavamo raggiungendo la nostra camera, dal lodge principale del resort che ci ospitava, scortati dal nostro Ranger. Impossibile riuscire a descrivere quello che è accaduto, come è accaduto e quello che abbiamo provato. Non abbiamo avuto in quel momento neanche il tempo di realizzare quello che stava succedendo. Il mio pensiero istantaneo, quando nel buio, ho visto balzare qualcosa di enorme dalla mia destra verso di noi è stato ‘o mio Dio, siamo morti tutti’ – non capendo neanche in quel momento che si trattava di un ippopotamo – . Il nostro ranger ci ha gridato di correre più che potevamo ma io e Paolo ci siamo ritrovati dopo pochi metri per terra in mezzo ai rovi del Bush mentre il nostro ranger, caduto ben tre volte, cercando di evitare l’ippopotamo che lo aveva puntato, era riuscito a rialzarsi e raggiungerci recuperando una torcia. Ci siamo riparati vicino ad una delle stanze e abbiamo chiamato via telefono il Manager del lodge che dopo qualche minuto si è avvicinato a noi con una Land Rover per caricarci in macchina e scortarci fino a casa. L’ippopotamo era ancora lì, tra il fiume e la nostra camera. Con difficoltà, sono riusciti ad allontanarlo e distrarlo quel tanto che è bastato per farci correre di corsa verso il nostro lodge e rifugiarci dentro con una paura folle, il cuore impazzito e il tempo di razionalizzare al riparo e al sicuro quello che fosse successo pochi minuti prima. Nella riserva siamo diventati ‘famosi’ come la ‘nice couple survived from an hippo attack by night’.
Tutte queste cose vanno tenute in considerazione prima di partire o di scegliere il Sud Africa come meta di viaggio.

Che documenti servono per partire?

Ai cittadini italiani è consentito entrare in Sudafrica senza visto, purché la motivazione del viaggio sia di carattere turistico e la permanenza non superi i 90 giorni. È necessario soltanto essere in possesso di un passaporto, con validità residua di almeno 6 mesi dalla data di rientro e due pagine bianche contigue, per poter apporre i visti che si ottengono gratuitamente alla frontiera o all’aeroporto.

Quante ore di differenza ci sono rispetto all’Italia?

Per quanto riguarda il fuso orario, pur essendo il Paese nell’emisfero opposto e a circa 12 ore di volo, il Sudafrica ha solo un’ora in più rispetto all’Italia (il cui fuso orario è UTC+1) durante l’ora solare e lo stesso orario durante l’ora legale. Quindi: niente problemi di jet lag!!

Quanto tempo dedicare ad un viaggio in Sud Africa? E’ fattibile in due settimane?
Il Sud Africa è grande e immenso con una biodiversità incredibile e prima di partire è bene focalizzarsi, come sempre, su quello che si cerca e non si vuole perdere. E’ inevitabile che qualcosa rimane fuori ma è sempre un buon motivo per tornarci e sposare altri itinerari.
Noi in due settimane piene (esclusi i viaggi a/r di andata e ritorno) abbiamo visto tantissimo senza adottare ritmi eccessivamente incalzanti e avendo il tempo per ‘goderci’ i luoghi e ‘vivere’ quello che era davanti ai nostri occhi. Abbiamo scelto una formula ‘fly e drive’ per avere la libertà di gestirci in assoluta autonomia e libertà seguendo i nostri ritmi e quello che ci dettava l’estro del momento con una pianificazione di massima che però ci ha dato molta flessibilità di movimento. Cape Town, la Garden Route e la Panorama Route e il Kruger Park sono itinerari abbastanza consueti e permettono di farsi un’idea di quanto meraviglioso sia questo Paese.

Serve la patente internazionale? Come sono le strade in Sud Africa? E’ sicuro guidare da soli?
Serve la patente internazionale, la loro guida è a destra come in UK (!!!). A parte l’impatto iniziale (non semplice), le strade sono ben segnalate, ben tenute e scorrevoli (a parte la strada da Acornhoek per entrare al Kruger dal Gowrie Gate…una buca dietro l’altra per 20 km da schivare a gincana, strada mezza sterrata non agibilissima con la nostra Clio a noleggio…).  La maggior parte delle autostrade sono gratuite e un GPS aiuta negli spostamenti (anche se di per sé abbiamo trovato semplice orientarci seguendo anche solo le indicazioni). Qui troverete tra le più belle strade panoramiche del mondo. Oltre alla Garden Route e alla Panorama Route consigliamo la strada che da Camps Bay porta a Noordhoeck passando per Hout Bay e il Chapman’s Peak e ovviamente la strada che da Simon’s Town porta a Cape of Good Hope attraverso tutta la Riserva di Cape Point: posti eccezionali!!! Per entrare in alcune riserve (Cape Point) e per passare attraverso Chapman’s Peak ci sono dei pedaggi da pagare minimi (portate con voi dei contanti perché non sempre accertano pagamenti con carte di credito internazionali). Stessa cosa vale per fare benzina anche se nella maggior parte dei distributori con marchi internazionali (vedi Total) accettano anche pagamento con VISA.

Che tempo c’è ad agosto nelle nostre vacanze estive?
Noi abbiamo scelto volutamente questa stagione. Che per loro è bassa stagione e corrisponde alla fine dell’inverno. La situazione climatica varia a seconda delle zone. Cape Town e dintorni, compresa la Garden Route hanno temperature che variano tra massimo 24 gradi ventilati di giorno e minimo 10 gradi di notte. La probabilità di precipitazioni è alta e noi su 8 giorni abbiamo trovato 3 giorni di pioggia che però non ci ha disturbato particolarmente se non per l’impossibilità di fare l’escursione in barca ad Hermanus per vedere le balene (avevamo prenotato da casa il tutto ma ci hanno avvisato che a causa del mare mosso – anche se non pioveva – le escursioni erano saltate).
In Mpumalanga e Parco Kruger la notte e all’alba fa piuttosto freschino (minime sui 5 gradi) e le massime durante il giorno sono arrivate a 25 gradi. Tempo sempre soleggiato, poche piogge, periodo migliore per il Safari per vedere tutti gli animali anche di giorno in quanto stagione secca in cui escono per abbeverarsi e rispetto alla loro estate è un ottimo periodo anche per evitare zanzare, insetti e serpenti che possono essere spiacevoli compagni quando le temperature iniziano ad alzarsi da metà settembre.

Avete fatto delle vaccinazioni prima di partire?
No. Di nessun tipo. La malaria non è diffusa in Sud Africa, oltretutto nella stagione invernale il rischio, nelle zone che possono esserne colpite (parco Kruger), è azzerato dalle temperature. Ci siamo portati comunque dei repellenti anti zanzare con noi, ma non gli abbiamo mai usati e non abbiamo mai visto una zanzara in tutto il viaggio.
Per il resto abbiamo messo in pratica i normali accorgimenti (niente acqua di rubinetto, etc.).

Come vestirsi e cosa portarsi via?
Noi siamo soliti viaggiare piuttosto leggeri e considerando anche i limiti di alcuni voli per gli spostamenti interni (max 20kg) abbiamo optato per: una valigia ciascuno (12kg in tutto) e due zainetti per portarci tutto il materiale fotografico.
Il consiglio è quello di vestirsi per lo più ‘a cipolla’ e di utilizzare molti indumenti tecnici/sportivi.
Due felpe, un paio di magliette maniche corte, un jeans e un pantalone lungo tecnico, una giacca antivento, un piumino leggero, cappellino e sciarpa di lana/pile (essenziali per il Safari: all’alba e di sera si gira su Jeep scoperte e per quanto forniscano delle copertine per coprirsi, fa parecchio freddo), due paia di scarpe comode (una scarpa da trekking e una da ginnastica) sono tutto quello che servono, oltre ovviamente alla biancheria intima. Avevo letto un pò ovunque che consigliavano pigiami pesanti per la notte…mah…qui sta a voi. Io neanche d’inverno con -10 gradi esterni riuscirei a dormire con un pigiama…in ogni caso gli hotel e i lodge e le tende sono ben attrezzate e noi non abbiamo avuto nessun problema (anche quando abbiamo fatto il glamping e avevamo la tenda all’aperto con i bagni completamente ‘en plein air’).
Ovviamente non dimenticatevi il canocchiale per avvistare gli animali (anche se per esempio durante il Safari le nostre jeep ne erano già fornite) e per me assolutamente indispensabile il kit medico come in qualunque altro viaggio. Non preoccupatevi invce degli adattatori per la corrente elettrica: sono praticamente introvabili in Italia – noi siamo letteralmente diventati matti due giorni prima di partire… – ma appena si arriva lì all’aeroporto ci sono i negozi che li vendono (letteralmente presi d’assalto dai turisti!). In molte strutture dove siamo stati in ogni caso abbiamo trovato gli adattatori e qualche presa europea…

Bisogna prenotare con largo anticipo le strutture alberghiere? E le escursioni?
Questo viaggio è stato organizzato con un anno di anticipo – voli a parte, prenotati a gennaio che in parte ci sono stati regalati dall’azienda di mio marito che dà questo benefit ‘luna di miele’ per i dipendenti che si sposano -.
L’unica struttura che aveva già diverse prenotazioni un anno prima era il Chitwa Chitwa, il nostro Game Safari Lodge. Per il resto penso che qualche mese prima sia più che sufficiente. Diversamente dai nostri viaggi abituali, dove per lo più utilizziamo ‘booking.com’ con la maggior parte delle prenotazioni in strutture con cancellazione gratuita e senza anticipi e pagamenti direttamente in struttura, in questo caso ci siamo mossi diversamente prenotando direttamente le strutture (se date un’occhiata veloce su booking.com capirete presto che in Sud Africa la cancellazione gratuita senza anticipi è praticamente inesistente).
Le escursioni le abbiamo prenotate in loco, tranne quella per l’uscita in barca per avvistare le balene (le barche e gli operatori non sono molti e questo è il periodo perfetto per avvistare le balene e c’è tantissima richiesta). Niente pagamenti anticipati, solo carta di credito per confermare la prenotazione e quando ci hanno avvisati che causa mare mosso non ci sarebbe stata l’escursione, ovviamente non ci hanno addebitato nulla.
Consigliamo invece di prenotare con un certo anticipo i ristoranti, sopratutto se parliamo dei ‘migliori ristoranti del Sud Africa’, molti dei quali rientrano tra i ’50 Best in The World’. Le prenotazioni in questo caso partono due mesi prima online. Noi purtroppo non siamo riusciti comunque, pur rispettando tutti i tempi a prenotare da The Test Kitchenè, il miglior ristorante di tutto il Continente (impresa praticamente impossibile per la lunghissima lista d’attesa che hanno…). In alcuni casi la prenotazione comporta un anticipo che poi vi verrà stornato a fine cena.

Come si mangia in Sud Africa?
In Sud Africa si mangia da Dio…la cucina è un mix di cucina asiatica/malesiana, africana ed europea (con molte incursioni francesi e alcune tradizioni tipiche inglesi – vedi l’High Tea servito ovunque dalle 11 alle 17 con pasticcini, cibo salato e bollicine). Si mangia tantissima carne (oltre a quella a cui siamo abituati noi c’ è abbondanza di carne di struzzo e di antilope – entrambe molto buone paragonabili ad una carne di buon manzo, il primo e di cervo, la seconda – ). Spezie, curry, salse di vario tipo, ottimi formaggi molto simili a quelli francesi, tanta verdura lessa e mais proposto in tutti i modi possibili e immaginabili che mi ha fatto ritornare bambina (quante pannocchie divoravo da piccina…).
E ovviamente non dimentichiamo gli ottimi vini Sud Africani!

Meglio il parco Kruger o una riserva privata?
Parliamo di due esperienze molto diverse.
Entrambe con pro e contro.
Il pro ovviamente del fai da te nel Kruger Park è riuscire a risparmiare parecchio in termini di costi e di avere la libertà di gestirsi in autonomia. In questo caso va però considerato che si dorme fuori dal parco e che per raggiungerlo ci si impiega parecchio e non si ha la possibilità di vivere un’esperienza di immersione totale nella natura (dormendo quindi dentro il parco). Affidarsi in ogni caso ai Ranger è consigliabile. Il rischio da soli all’interno del Parco è di vagare senza sapere dove si sta andando e con un criterio e di avvistare quindi pochi animali.
L’esperienza della riserva privata implica costi molto più alti ma giustificati da:
#stretta vicinanza alla fauna selvatica. Non solo eviterai di guidare a lungo prima di iniziare il safari, ma il tonfo che sentirai alla finestra di notte potrebbe essere quello di un elefante che sbircia nella tua stanza. O come è successo a noi, di avere un leopardo di notte che si abbeverava fuori dalla piscina della nostra camera. La riserva che abbiamo scelto noi, il Sabi Sand, è considerata da molti il posto migliore per osservare gli animali e in particolar modo i leoni.
#niente ressa. Si viaggia su jeep che ospitano al massimo sei persone, e non in carovane come nei grandi parchi, le guide riservano molta attenzione e quando si avvistano gli animali non scatta una frenetica gara per il fuoristrada che arriva più vicino ma ci sono delle ferree regole per cui: non più di 3 jeep possono sostare contemporaneamente davanti agli animali e il tempo a disposizione è al massimo di 15 minuti. Inoltre, è veramente molto interessante e parte dell’esperienza, vivere la ricerca degli animali insieme al tracker (quello per intenderci seduto con una seggiolina davanti alla jeep che avvista e fa seguire le tracce) e il ranger e farsi dare tutte le informazioni sugli animali.
#trattamento lusso sotto tutti i punti di vista. I prezzi ovviamente sono alti ma le cifre comprendono veramente tutto. Colazione, spuntini prima – dopo e durante il safari (bellissimo fermarsi nel Bush la mattina con thè caldo e muffin e al tramonto con un buon bicchiere di vino e carne secca), light lunch in camera, cene splendide e bevande/vino/etc all inclusive, cameriere personale per tutto il soggiorno così come il ranger e il tracker che diventano anche la tua ombra per le scorte a piedi negli spostamenti di notte nei lodge.
#personalizzazione: puoi creare il tuo ‘menu’ di attività ed esperienze, scegliendo di farti guidare nel bush o di dedicarti all’avvistamento di alcuni animali in particolare.
Per noi è stata un’esperienza indimenticabile e meravigliosa, di quelle che veramente ti capita di fare poche volte nella vita.

E’ costoso un viaggio in Sud Africa?
Dipende.
Ovviamente la scelta degli Hotel e dei Lodge ha un’incidenza importante e il viaggio da relativamente low cost può diventare invece molto dispendioso.
Quello che comunque va considerato è che in Sud Africa ci sono delle strutture fantastiche come viste in pochi altri posti e una ricettività incredibile. Non è di certo l’Asia ma per gli standard che offre i prezzi sono veramente più convenienti rispetto ad Europa e Stati Uniti.
Ci sono ristoranti per tutte le tasche e chi ama la cucina gourmet e stellata rimarrà piacevolmente sorpreso in quanto una cena degustazione costa circa la metà rispetto ad un ristorante italiano.
Noi eravamo in luna di miele e non ci siamo fatti mancare davvero nulla e siamo rimasti soddisfatti di quello che abbiamo speso complessivamente in due settimane di viaggio. La spesa più importante sono state le 4 notti di Safari che da sole hanno pesato la metà del totale.
In ogni caso se avete bisogno di dettagli maggiori sui costi contattatemi pure in privato per qualsiasi domanda (viaggidiritorno@gmail.com)

Premesse fatte, siete pronti a partire?

Il mio Sud Africa: emozioni di un viaggio Fly & Drive da Cape Town al Kruger Park attraverso le Winelands, la Garden Route e il Mpumalanga

Cape Town: la ‘città madre’

Mannabay Hotel – Cape Town

Hermanus: il Sud Africa che non ti aspetti e che ti sorprende, tra avvistamenti di balene, paesaggi Nord Europei e ottimo vino rosso!

Winelands: tra colline dolci e vigneti, paesini dall’atmosfera francese, cantine di design, soste gourmet e degustazioni di Pinotage

Mpumalanga: il luogo del sole nascente. Il nostro itinerario lungo la Panorama Route tra Canyon, praterie e orizzonti infiniti!

 

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14 risposte

  1. Articolo molto interessante, complimenti!
    Nella mia wishlist dei viaggi (lunga forse quanto la tua) il Sud Arica ci sta sicuramente, e le tue esperienze (divertente quella con l’ippopotamo, anche se tu penserai il contrario) e i tuoi consigli saranno fondamentali per organizzare al meglio il mio viaggio 😀 Grazie!

    1. Grazie!!! Mi fa piacere che il post possa esserti utile per organizzare il tuo prossimo viaggio…il Sud Africa e’ magnifico in tutte le sue mille sfaccettature, di colori, paesaggi, culture, persone…però…ecco…l’esperienza con l’ippopotamo fatta ormai una volta mi basta e avanza per tutto il resto della vita ?

  2. Ciao complimenti per il vostro viaggio, anche noi siamo stati in Sudafrica a settembre e rileggere i vostri racconti mi ha fatta tornare per un attimo in quella terra meravigliosa !
    Solo una domanda … perchè dici che facendo il Kruger in autonomia bisogna mettere in conto di dormire fuori dal parco ? Ci sono i rest-camp interni, tipo Satara, dove puoi dormire per essere già all’interno e iniziare a girare con la tua auto già all’alba o affidarti ai safari guidati prenotabili appunto presso i vari rest camp.
    Grazie in generale per le informazioni … vorremmo andare prossimamente a Bali e ho letto tutti i tuoi utili consigli 😉

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Donna, mamma, moglie, professionista HR, Coach, Travel Blogger. Combinare le mie due anime significa trovare insieme la tua destinazione.

 
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