C’è una zona della Francia che per me è sinonimo di primavera avanzata/estate che inizia. E dopo aver girato più volte la Costa Azzurra da Monaco a Marsiglia quest’anno il ponte della Festa della Repubblica doveva essere assolutamente Provenza e Luberon. La curiosità maggiore sarebbe stata vedere la fioritura della lavanda (anche se il periodo migliore va da metà a giugno a fine luglio) ma i giorni a disposizione erano questi e quest’anno ha iniziato a far caldo prima…quindi…magari…chissà. Insomma: partiamo!
Avevo in testa quest’immagine nitida di me con vestitino fiorito, cappello di paglia e sorriso ebete stampato in faccia, a gironzolare in bici tra campi di lavanda in fiore e vigneti (come nel blockbuster ‘Un’ottima annata’ con Russell Crowe – che ovviamente ho fatto sorbire al mio ragazzo per l’ennesima volta la settimana prima della partenza – ). Un mazzetto di fiori di campo nel cestino e una baguette sottobraccio (che fa molto francese…). Profumo di primavera e brezza estiva. Silenzio e frinire di cicale. Quello tipico delle giornate di calura estiva. Quando sei in campagna. O in un mare che ha vicino la pineta.
E così…Eccoci nel Luberon. Ad un’ora da Marsiglia. Una zona che sa ancora di Costa Azzurra, di cieli azzurri, colline dolci con piccoli borghi perduti (i cosidetti ‘village perchés’) che si affacciano su distese sterminate di frutteti, vigneti, campi di grano e di lavanda (paesaggi che ti aprono il cuore!)
Abbiamo viaggiato di notte per evitare traffico e code (partenza h 1.30 da Treviso, tappa colazione in una Cannes che si deve ancora svegliare alle 8 e ripartenza verso il Luberon che abbiamo raggiunto senza intoppi alle 10.30).
Abbiamo prenotato con un certo anticipo una camera su booking vicino a Lauris, Domaine la Carraire (il nome della nostra fantastica maison per questa parentesi in Provenza: una vecchia casa ristrutturata, immersa nel verde, tutta mattoni e balconi azzurri, laghetto e piscina e grande tavolo per la colazione in giardino).
In sintesi, questa è stata la ‘nostra Provenza’…
1. Colazioni lunghe lunghe a base di baguettes calde, brie (il brie che si mangia in Francia è brie brie, quello vero, pastosissimo, gustosissimo, saporitissimo che si spalma che è un piacere) e marmellate fresche. Petites madeleines fatte in case (una delizia…e un tuffo nella memoria involontaria di Proust che ha reso famoso questo dolcetto nel suo riportarlo con il suo profumo e il suo gusto ai ricordi d’infanzia). Chiacchiere sotto un leccio secolare al centro di un giardino paradisiaco, accompagnate dal gorgoglio pacifico di una fontanella in lontananza. Tra gente di altre età. Altri luoghi. Altre storie.



2. Vagare con la macchina fotografica tra i ‘villages perchés’ del Luberon. Uno diverso dall’altro. Ognuno con la sua storia, il suo scenario, le sue casette di mattoni e le sue porticine e finestre colorate di azzurro cielo e di lillà. Angoli deliziosi in cui perdersi. Viste spettacolari. Tempi lenti. Atmosfere sospese e quasi surreali. E’ strano come in questa zona della Francia abbiamo avuto la sensazione di trovarci in un’isola (anche se si è assolutamente in terraferma!). Quella sensazione di essere in una specie di bolla spazio temporale, separata dal resto del mondo. Altri ritmi. Altri colori. Un luogo a sè.
Questi sono i borghi che siamo riusciti a visitare
#Gordes

Siamo arrivati a Gordes da Ovest e questa è stata la prima ‘impressione’ che il villaggio ci ha dato di sè: spettacolare! Da questa vista parte una passeggiata che porta al borgo da sud – ovest tra giardini fioriti e casette di mattoni con piscina (questa è considerata una delle mete più ‘chic’ di tutta la Provenza). Ogni angolo di questo villaggio è semplicemente magico. E una sosta nella piazzetta centrale con fontana per deliziarsi con una baguette è d’obbligo.

Da qui abbiamo proseguito verso l’#Abbaye De Sananque

E’ un’immagine che avevo visto su tutte le guide e un pò ovunque leggendo dei campi di lavanda ma vederla con i propri occhi lascia senza fiato (anche con i campi di lavanda non ancora in fiore…figuriamoci tra qualche settimana quando sarà una distesa lillà). Tutta la zona attorno all’abbazia è comunque bellissima, circondata da alberi da frutto e campi di grano

#Saignon
Un gioellino…vale assolutamente una visita. Non solo per la vista a 360° su tutto il Luberon che si può trovare qui arrampicandosi fino alla rocca più alta, ma per l’atmosfera unica che si respira. Una fontana centrale in una piccola piazzetta all’ombra di una grande casa ricoperta d’edera, angoli preziosi e tante tantissime porticine colorate…



#Lourmarin
Insieme a Saignon il villaggetto che ci è piaciuto di più: un piccolo chateau con cantina di degustazione vini, piccole botteghe, tanti baretti e ristorantini carini, gatti che sonnecchiano un pò ovunque e un bellissimo mercato la domenica mattina.



#Bonnieux
Qui sono state girate molte scene del film ‘Un’ottima annata’. Il paesino è spaccato in due parti da una strada carrabile e si disperde un pò. E’ molto bella la vista del borgo da diverse angolazioni. Da visitare anche Chateau la Canorgue, la tenuta dell’ormai pluricitato film con Russel Crowe e sopratutto cantina che produce ottimi vini (il loro rosè è uno dei più vecchi e rinomati in zona)



#Lacoste
Famosa per il castello che al tempo fu del marchese De Sade. Oggi è un borgo in ristrutturazione, privato (è stato acquistato da Pierre Cardin), abitato al momento solo da simpatici gatti sornioni che cercano di sottrarsi alla calura riparandosi sotto vecchi porticati.
#Ménerbes
Zona di vigneti. La camminata fino in cima alla rocca viene premiata dalla possibilità di fare una degustazione di vini gratuita sorseggiando vino e mangiando tartufo in una splendida location naturale.


3. Perdersi tra campi di lavanda e campi di grano. Semplicemente stare lì. E sentire il cuore che si apre dall’emozione. Respirare aria buona e sentirsi parte di tutto. Niente pensieri. Solo tu. La tua persona del cuore. Il cielo azzurro. Il verde dei campi, il lillà della lavanda, il giallo del grano. Rigenerante.


4. L’ottimo cibo, qualità dei prodotti e delle materie prime di questa terra, cura e amore del dettaglio e l’ottimo rosè che alleggerisce l’animo…
Noi abbiamo mangiato in alcuni posti veramente memorabili. (In intervallo gastronomico troverete i dettagli).
Per dare qualche anticipazione…
A Cucuron, merita una sosta ‘La Petite Maison de Cucuron’, ristorante stellato, due menu (uno della casa e uno stagionale) che regalano veramente grandi emozioni.
Vicino a Gordes abbiamo cenato a ‘Le Mas Tourteron’, una casa bellissima, uno chef donna molto conosciuta in Francia e un giardino delizioso dove gustare un’ottima cena (merita sopratutto il buffet di dolci finale).

Appena fuori Lourmarin, sulla strada che porta verso Bonnieux abbiamo scoperto un angolo di Asia nel cuore della provenza: Bamboo Thai, un ristorante thailandese che coniuga un’ottima cucina, vini francesi e una location eccezionale (un giardino zen in una casa provenzale).

5. La Camargue…
Paludi, acquitrini, fenicotteri rosa, cavallini bianchi, mare che si confonde con il cielo. Non c’è molto da dire. Se non tutto da vedere. Noi siamo partiti da Arles (dove abbiamo fatto un piccolo tour della città seguendo le tracce di Van Gogh) e abbiamo poi fatto una veloce tappa a Saintes-Maries de la Mer, villaggio turistico che sembra ricordare la Spagna. Case bianche, stradine affollate e ristorantini dove si cucina la paella, un’arena affacciata sul mare dove si svolgono le corride. Abbiamo preso l’immancabile baguette per fare un picnic nella zona meno affollata e più selvaggia di questa zona, verso Est. Abbiamo costeggiato tutto il parco naturale fino al paesaggio lunare delle Salines de Giraud. Da qui abbiamo poi proseguito fino alla Plage de Piémanson e siamo rimasti incantati di fronte allo spettacolo dei fenicotteri rosa…



3 risposte
Ecco ora mi è venuta voglia di tornare in Provenza! Non ho visitato tutti questi paesini (siamo stati solo a Gordes) e già dalle foto sembrano veramente deliziosi! Come ti invidio invece le colazioni, noi ci siamo sempre arrangiati perchè il “petit dejuner” nei posti dove abbiamo alloggiato era caro e non ci ispirava! Devo tornare anche per questo motivo: il cibo!!!
La Provenza non può stufare mai…vale sempre la pena tornarci e per di più per riprovare il cibo!!!!ci sono veramente posticini deliziosi!!!?