Nelle ultime settimane (coincidenza o destino?…la solita annosa questione), un pò in ritardo sulla normale tabella di marcia per andare al lavoro, mi sono imbattuta nella rubrica del ‘Volo del mattino’ su Radio Deejay.
Era da un pò che non avevo il piacere di sentire Fabio Volo (mi sveglio con il Trio Medusa e metto piede in ufficio prima delle 9:00) ma non è tanto su di lui che vorrei concentrare la mia attenzione, quanto sull’ospite del giovedì: Igor Sibaldi.
Lo sento parlare di ‘desideri’ e rimango affascinata dall’interpretazione che dà della semplice semantica del ‘de – siderare’: ossia la negazione del ‘guardare le stelle’, ossia di quella pratica (l’osservare le stelle per l’appunto) che gli antichi utilizzavano per sapere cosa sarebbe loro successo (molto lontana dalla lettura delle stelle e degli oroscopi di oggi…ma una pratica che aveva un valore ed era considerata una vera e propria scienza). Negazione appunto. Quindi: non mi accontento di quello che mi dicono le stelle e di quello che deve succedere. Ma vado oltre. Voglio qualcosa di diverso che appartiene ad un altro mondo. Perchè il desiderio è di per sè aprirsi ad un nuovo mondo. Una dimensione nuova e inesplorata. Lontana dal possibile e dal reale.
(#Dissertazione n. 1:
E qui io aggiungerei quasi una dimensione associabile al ‘sogno’ e al suo significato metaforico. Quello del ‘sogno nel cassetto’ per intenderci. Anche se forse Igor direbbe che quel ‘cassetto’ stona con la parola ‘sogno’ perchè i sogni non son fatti per stare chiusi dentro contenitori finiti. Ma sono impalpabili e infiniti. Fatti per volare.
#Dissertazione n. 2:
Io la faccio spesso questa domanda a chi incontro per lavoro, soprattutto ai giovani – perchè mi aspetterei da loro risposte ‘infinite’, rivelatrici, piene di stupore, mio, e di incanto,loro, – “qual’è il tuo sogno nel cassetto?”…bè…vi evito la tristezza delle risposte che ricevo. Io parto con buoni propositi e mi arrivano indietro risposte che poco hanno a che fare con il ‘volare alto’. Non esistono più le mezze stagioni e, aggiungo io, non esistono più i giovani di una volta – se mai sono esistiti – . Quelli in grado di dare spazio e voce ai loro sogni. Grandi. Immensi. Profondi.)
Rimango in macchina anche se sono arrivata già nel parcheggio. Non posso perdermi la puntata. E ‘scopro’ quanto sia per l’appunto difficile per noi essere umani ‘desiderare’. Castrati nell’infanzia (e anche qui per l’ennesima volta i genitori non ne escono per niente bene…fonte di qualsiasi male e insuccesso e amaro destino di quel bimbo che poi diventa un adulto pieno di paranoie e preconcetti e limitazioni limitanti) in cui ci vengono date delle regole e dove le nostre ali vengono precocemente tarpate sul nascere prima di poter imparare a spiccare il volo, da adulti non siamo più in grado di andare oltre lo status quo e di volere qualcosa -sopratutto se sembra qualcosa di irraggiungibile e diversa da noi e da quello che di noi facciamo vedere agli altri -. Perchè parlando di desideri parliamo di sogni. E di volontà. L’imperativo del ‘io voglio’, in grado di parlare con la parte più profonda della nostra coscienza e muoverla in qualche modo subliminale all’azione.
Bene. Tutta questa premessa per arrivare alla lista dei 101 desideri (100 numero perfetto…il più 1 ad indicarci che non abbiamo limiti e possiamo andare oltre).
Qui bisogna armarsi di pazienza e di due quadernini. Nel primo vanno appuntati (meglio se in una volta unica…pare sia la più efficace) 150 desideri. Vi sembrano troppi? Si lo sono ma non devono esserlo. E’ importante come detto sopra usare la formula ‘io voglio’ (per smuovere la coscienza e assumersene la responsabilità…poi la legge dell’attrazione farà il resto) e seguire una serie di istruzioni (dal non scrivere desideri ripetitivi, al non voler qualcosa per qualcun altro, al non augurare sciagure o al non usare la negazione che attira solo la sfiga universale, etc etc etc…per non omettere nessuna regola digitate ‘igor sibaldi 101 desideri’ e i link e le istruzioni si sprecano). Da questi 150 poi bisogna estrapolarne 101 e riportarli in bella nel secondo quadernetto (qui Igor rinvigorisce la mia attitudine ad usare moleskine e abbandonarle dopo aver scritto sulle prime 10 pagine…povere le altre 90 pagine che rimangono li, vuote, senza un senso). I più importanti. E vanno poi letti ogni giorno. Come un mantra. Se un giorno ci si dimentica di leggerli, via il giorno dopo a leggerli due volte (come il rosario o le Ave Maria di quando ero piccola dopo la confessione del sabato pomeriggio in chiesa). La rivelazione dovrebbe arrivare da lì a poche settimane. Pian piano dovreste notare che i desideri si realizzano.
Quasi tutti. Ed è su quelli che non si realizzano su cui dovrete poi porre la vostra attenzione. Perchè è li che si insinuano blocchi e limitazioni. O forse semplicemente non sono veri desideri. Insomma…teoria molto affascinante. O almeno io ne sono rimasta particolarmente affascinata.
Ora vi chiederete perchè in un blog di viaggi tiro fuori Igor Sibaldi e i desideri.
A parte che questo è uno spazio mio e decido io di cosa parlare (almeno qui…permettetemelo). E a parte il fatto che non solo di viaggi parliamo ma anche di ‘pensieri’ in movimento. Comunque.
Io questa cosa dei 101 desideri ho iniziato a farla. E il mio ultimo post parlava proprio di uno dei miei desideri (ritornare a Bali). Bè…sarà stato il mantra di ripeterlo a voce alta. O il post nel blog che mi ha portato fortuna (oltre ad aver superato le mille visualizzazioni che per me è già stata una super cosa che mi ha sorpreso e resa molto felice). O caso. Se il caso e le coincidenze esistono. Ma sta di fatto che nel viaggio in Asia di quest’agosto un pò veramente dal nulla e con un incastro ‘quasi’ perfetto tra coincidenze di voli e planning serrato ci sono stati e ci staranno anche 5 giorni a Bali…Lì in mezzo…Tra Singapore, la Cambogia e l’isola di Java…
Adesso mi concentro sui restanti 100 desideri.
Che tanto abbiamo visto…la legge dell’attrazione…funziona! 🙂
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