Se siete nel dubbio su cosa fare il ponte del 25 aprile, complice un Meteo piuttosto contradditorio e poco promettente, consiglio due mostre fotografiche che definirei imperdibili: Helmut Newton a Venezia, ai Tre Oci e Steve McCurry nella retrospettiva Senza Confini a Pordenone, in Galleria Harry Bertoia.
Noi ce li siamo sparati in un unico week end, tanto per non farci mancare nulla, e ci hanno aperto e rivoluzionato la mente facendoci fare un bel giro del mondo a pochi euro.
Partiamo da Helmut Newton.
Per la prima volta a Venezia, oltre 200 immagini, di uno dei fotografi più importanti e celebrati del Novecento.
La rassegna raccoglie le immagini di White Women, Sleepless Nights e Big Nudes, i primi tre libri di Newton pubblicati alla fine degli anni ‘70, volumi oggi considerati leggendari e gli unici curati dallo stesso Newton.
Poche parole (più che altro perché è un mondo fotografico che poco sento ‘mio’ – a differenza di quello di McCurry). Ma una cosa da dire ce l’ho. Che è quello poi che nel mio piccolo ha colpito nel segno: la nudità come veicolo per portare allo scoperto la vera natura e l’essenza delle persone ritratte. Nei Big Nudes al primo piano la fierezza dei ritratti ‘vestiti’ si alleggerisce e diventa eleganza delicata nella versione ‘nuda’. La forza mascolina diventa risoluta femminilità.
Il tutto nella cornice della Giudecca, che ha sempre il suo fascino e che spesso è fuori dalle rotte tradizionali quando si è per l’appunto a Venezia, al palazzo dei Tre Oci, dalle cui finestre gli scorci di Venezia e di San Marco sono da togliere il fiato.
Se capitate qui in orario tardo pomeriggio, poi è d’obbligo un aperitivo allo Sky Bar del Molino Stucky. Prezzi non propriamente low cost (un cocktail può costarvi dai 15 ai 20 €…come da Cipriani, per intenderci) ma la vista è impagabile e i cocktail sono veramente ottimi. E se volete aggiungere una cena con i controfiocchi non vi resta poi che attraversare di nuovo il canale e ritornare a Zattere, fare pochi passi sulla riva e raggiungere il Ristorante Riviera, ottimo pesce, servizio impeccabile, tavoli open air che guardano la Giudecca.
Se ci capitate di sabato poi, consiglio di fare prima una puntatina a Rialto, godersi il mercato del sabato mattina (vero esempio di folclore locale oltre che mondo di colori, odori e sapori) e di bersi uno spritz (anche due o tre…) con Select al Al Mercà, bar chioschetto sulla piazza del mercato dove la coda d’attesa omnipresente sarà ripagata da cicchetti deliziosi e, in caso non siate amanti dello Spritz, da una scelta al bicchiere di ottimi vini da far invidia ad un’enoteca.
Dalla laguna a Pordenone…Da un fotografo di moda che ha stravolto la moda al reportage di viaggio per eccellenza. Altro mondo. Altro modo di intendere la fotografia. Dal bianco e nero al colore e ai contrasti.
Paesaggi e persone. Mondo e storie. Ecco il mio fotografo preferito…Steve McCurry.
Anche qui poche parole. Ma perché io rimango in questo caso senza parole.
Una fotografia potente. Emozionante. Che ti entra dentro e ti colpisce dritta al cuore. Se esiste la sindrome di Stendhal io la provo davanti alle sue stampe.
Mi sembra di entrare dentro le sue foto. Di leggere nel profondo degli occhi delle persone che ritrae. Vengo letteralmente trasportata in un’altra dimensione. Entro lì. Dentro l’immagine. Mi trovo in India, in Cambogia, in Afghanistan. A Cuba.
E mi sale un’emozione che avrei voglia di mollare tutto, prendere la mia macchina fotografica, il passaporto e semplicemente… partire.
Il viaggio come la scoperta del proprio significato nel mondo. Trovare un perché. La propria dimensione ideale.
‘La mia vita è plasmata dall’urgenza di vagare e osservare, la mia macchina fotografica come unico passaporto’
‘Se tu osservi, anche nel posto più conosciuto e frequentato del pianeta, prima o poi qualcosa di insolito e di unico succederà’
In Galleria Harry Bertoia troverete una selezione di 100 immagini tratte dall’immenso archivio di McCurry, con l’intento di offrire un viaggio simbolico attraverso i suoi 40 anni di fotografia per raccontarlo come ha vissuto (per l’appunto SENZA CONFINI).
Confini fisici, sfidati a costo della vita, “come L’Afganistan del ’79 al seguito dei guerriglieri, primo a testimoniare l’importanza nevralgica di quel paese per il fragile equilibrio del mondo; la conseguente odissea dei rifugiati che gli ha valso forse lo scatto più celebre di tutti i tempi: Sharbat Gula, la mitica bambina afgana in grado di esercitare per 30 anni la medesima forza magnetica.
E poi confini simbolici, che McCurry nel tempo ha fatto svanire davanti ai nostri occhi, le etnie in via di sparizione, le diverse condizioni sociali, i modi più particolari di concepire i gesti più semplici: immagini che raccontano una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità.”
Saziati occhi e cuore, poi, basta attraversare la piazzetta e dall’altro lato della strada troverete una gourmetteria dove saziare il palato: Piazzetta San Marco 13.
Ottimi hamburger gourmet, birra artigianale friulana, buona selezione di vini e fantastici dolci al cucchiaio per finire in bellezza la serata e rientrare a casa con la pancia piena e il desiderio fortissimo di partire subito per un lungo viaggio dall’altra parte del mondo.
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